La sostenibilità ambientale è ormai un tema caldo anche nella moda, dove nascono linee di abbigliamento ecologiche e rispettose dell’ambiente.
“Pelle vegan”, “cotone biologico”, “sneakers in plastica riciclata” sono solo alcuni dei capi realizzati seguendo la filosofia dello streetwear sostenibile.
Questo nuovo trend che sta spopolando tra le case di moda, altro non è che una rivisitazione dello streetwear degli anni Ottanta.
Oggi, infatti, si parla di streetwear sostenibile per riferirsi a quei capi di abbigliamento comodi (felpe, cappelli, scarpe da ginnastica) che abbracciano la filosofia di quegli anni, dove i ragazzi amavano giocare a skateboard in strada.
È una vera e propria cultura che si riflette nel modo di vestire dei giovani, più attenti alle tematiche ambientali.
Una cultura che è destinata a diventare uno dei principali trend del 2021.
Streetwear sostenibile: connubio tra ambiente e comodità
Lo streetwear sostenibile è diventato un vero e proprio trend tra i giovani, tanto che le case di moda prestano molta attenzione ai materiali utilizzati per la realizzazione dei propri capi di abbigliamento.
Si parla di streetwear sostenibile per far riferimento contemporaneamente alle due tendenze in voga tra i più giovani: lo stile comodo dei capi sportivi tipici dello streetwear, e l’attenzione verso la sostenibilità dell’ambiente.
Ma cosa distingue la moda sostenibile dalla moda “commerciale”?
Innanzitutto le materie prime utilizzate per la realizzazione dei capi, tutti rigorosamente ricavati da materiali riciclati.
E poi, ancora, fibre biodegradabili e produzioni artigianali e rispettose dell’ambiente.
Tutto ciò che è ecologico e sostenibile diventa trendy agli occhi delle nuove generazioni.
Per riuscire a districarsi tra le mode del momento e capire quali capi siano davvero realizzati seguendo l’idea che sta alla base dello streetwear sostenibile bisogna imparare a riconoscere le pratiche eco-friendly adottate dalle aziende di moda.
In generale, basta sapere che i capi di abbigliamento realizzati seguendo i principi della sostenibilità sono identificati da un cartellino che ne specifica la produzione ecologica.
Acquistare capi di seconda mano, ad esempio, è una pratica amica dell’ambiente e alla quale si sono adeguati anche le grandi case di moda.
Basta pensare a quanto si siano diffusi i negozi dell’usato firmato.
Anche il mondo del digitale ci viene incontro, proponendoci app per scambiare o mettere in vendita gli abiti che non usiamo più.
Certo è che, oggi, le opportunità per fare uno shopping green non mancano!
Armadio a capsule in chiave bio
Negli anni Ottanta, insieme all’abbigliamento di strada, prendeva piede un’altra tendenza, quella della moda capsule.
Lanciata dalla stilista americana Donna Karan, con la collezione “Seven Easy Pieces”, con il termine moda capsule si intendeva una serie selezionata di capi di abbigliamento che prevedeva solo 7 capi, tutti abbinabili tra loro e indossabili in più occasioni, anche molto diverse.
Riproporre la filosofia della moda capsule per riorganizzare il proprio armadio in chiave bio è un’ottima pratica green.
Mettere insieme le due filosofie, quella dello streetwear e quella della moda capsule, ci consente di creare un guardaroba con pochi capi selezionati, di qualità, realizzati con pratiche sostenibili e rispettose dell’ambiente, evitando gli sprechi.
Un tubino nero acquistato in un negozio dell’usato occupa poco spazio nell’armadio, lo possiamo indossare per una riunione di lavoro abbinato a un paio di décolleté color nude e a una giacca, oppure per un’uscita in centro, abbinato a un paio di sneakers bianche.
Lo streetwear sostenibile rappresenta non solo una tendenza che si esprime nel modo di vestire dei giovani, ma anche un aiuto concreto al nostro ambiente.
Infine, sposare questa filosofia ci permette di fare uno shopping più consapevole.
Anche il nostro portafoglio ringrazierà!