Il jeans, considerato da oltre un secolo il capo base dell’abbigliamento informale e, ancora oggi, tra i capi maggiormente apprezzati e utilizzati, ha fatto la storia di molte generazioni.
Nel corso del tempo sono state numerose le modifiche e le innovazioni apportate su esso, rendendolo un tessuto adattabile a tutte le situazioni, dalle più formali a quelle informali.
I jeans: un po’ di storia
Nato negli anni 50 dell’Ottocento come indumento da lavoro proprio per la sua funzionalità e per la sua resistenza, nell’era post bellica ha la sua massima espansione anche in Europa, diventando idealmente un simbolo di ritrovata libertà espressa all’epoca proprio dagli Stati Uniti.
All’inizio degli anni Cinquanta e del Sessanta diventa una vera e propria divisa indossata dai giovani della beat generation e dei successivi movimenti giovanili.
Eh sì, perché viene riconosciuto come un chiaro segno di ribellione ad una società sempre più imborghesita, e un segno di anticonformismo.
Diventa, inoltre, un vero e proprio capo democratico, proprio perché passa da abbigliamento di uso maschile ad indumento largamente indossato anche dalle donne, favorendo di conseguenza l’uguaglianza tra i due sessi.
Lo stesso Elio Fiorucci, cui si riconosce il merito di aver lanciato la moda del jeans in Italia, stretti in vita, fasciati sui fianchi, stetti sulle gambe e allargati verso il fondo, tanto desiderati da tutti, lo definisce un “tessuto amico che in qualunque situazione ti fa sentire a tuo agio“.
A partire dagli anni Ottanta, attraverso la strategia di comunicazione adottata da Levi’s, l’utilizzo del tessuto jeans viene esteso anche ad altri capi come camicie, gonne, giacche, borse, scarpe, e così via.
Numerose trasformazioni vengono anche realizzate dalla coppia Marithè e Francois Girbaud, che invadono i mercati con i loro jeans dai tagli esagerati.
Furono, oltretutto, pionieri, negli anni Settanta, della tecnica del lavaggio a pietra, che conferisce un aspetto vissuto al capo, e del nuovo lavaggio eco-friendly ottenuto con l’utilizzo dell’azoto.
Ma vediamo…Che ruolo ha il jeans oggi? Quali sono i trend? E soprattutto oggi ci chiediamo: ma i jeans strappati vanno ancora di moda?
I jeans strappati vanno ancora di moda?
Oggigiorno il ruolo del jeans è ancora importante: è passato dall’ essere un tessuto cardine delle trasformazioni sociali all’essere un tessuto molto utilizzato per la salvaguardia ambientale e la riduzione dell’inquinamento, ad esempio.
E questo proprio perché è un tessuto che ben si presto ad essere lavorato in molteplici modi e, soprattutto, è riciclabile.
Un tessuto alla portata di tutti, ma che può arrivare ad avere anche dei costi elevati ed essere un capo assolutamente fashion e di tendenza.
I trattamenti che vi si possono realizzare sono veramente tanti: lavaggi candeggi, sabbiature, bruciature.
E quelli strappati? Assolutamente ancora di moda!
Gli strappi sono, infatti, all’ordine del giorno e, al contrario di quanto spesso si possa pensare, vengono realizzati mediante processi chimici che possono arrivare ad avere costi anche molto elevati.
Dunque un trend attualissimo e vantato dalle migliori case di moda in ambito streetwear.
Molto spesso i jeans strappati si accompagnano a forme dai forti richiami agli anni Ottanta e Novanta, possono essere realizzati con nuove fibre organiche o riciclate, new tech (ad alto impatto visivo ma basso impatto ambientale), resistenti, dall’ aspetto washed, laserati, con applicazioni gioiello.
Tutto ciò, può arricchire il jeans rendendolo anche molto costoso e prezioso.
In conclusione, e alla luce di quanto detto, appare perciò evidente che se parliamo di jeans strappato, non è corretto pensare ad un capo di poco valore, bensì ad una vera e propria moda in costante diffusione ed evoluzione.